Da circa quattro anni presto la mia opera lavorativa presso una azienda metalmeccanica della mia città che opera nel settore dell’automobile, producendo componentistica per tubi di emissione gas di scarico.
Devo ammettere che tale lavoro non è molto faticoso, poiché gli oggetti che necessitano di movimentazione, hanno un peso irrisorio, ma ciò che stanca sono le azioni ripetute e continue che siamo sottoposti necessariamente a compiere durante il turno di lavoro.
Azioni e movimenti fisici che impegnano gli arti inferiori e superiori, con frequentissime torsioni del busto.
La produttività è comunque ottima, il fatturato notevole, ma uno dei maggiori problemi con il quale da direzione aziendale deve fare i conti è l’assenteismo per malattia dei dipendenti impiegati presso la catena di montaggio. La patologia medica che accomuna tutti gli assenti è ormai definita. Il mal di schiena.
Per tale motivo, l’amministratore delegato, con la collaborazione delle rappresentanze dei lavoratori, qualche mese fa, ha chiesto ad un medico esperto, di visualizzare e analizzare i movimenti dei lavoratori addetti alla catena di montaggio, al fine di riuscire a trovare una soluzione al fenomeno sopra detto.
Dopo soltanto due giorni, l’esperto medico, ha emanato il suo “verdetto”:
Gli operatori in esame, nel compiere le normali azioni di routine lavorative, assumono una postura errata che genera negli stessi tensione muscolare, che degenera poi nel classico mal di schiena.
La postura! Ma cosa è la postura?
Possiamo definire la postura come il modo di atteggiarsi del corpo umano determinato dal suo apparato locomotore in opposizione alla forza di gravità. La postura può essere vista anche in chiave filosofica, facendo riferimento a quell’atteggiamento che l’individuo assume nei confronti dell’ambiente che lo circonda, quindi rappresenta un vero e proprio modo personale di esprimersi, poiché l’atteggiamento del proprio corpo diventa il mezzo di espressione di ciascun individuo. Non solo, perché in virtù del proprio atteggiarsi, in virtù quindi della postura che ogni individuo assume, quest’ultimo evidenzia i suoi stati psicologici ed emozionali.
Volete sapere come intelligentemente l’amministratore delegato ha risolto il problema? Semplicemente dotando ogni operatore con un correttore posturale.
Cosa è un correttore posturale?
Si presenta come una sorta di busto posteriore, con delle fasce elastiche disposte in maniera incrociata allo scopo di sorreggere e raddrizzare spalle e schiena. Ne esistono di diversi tipi, distinguibili per metodologia di allaccio e ampiezza delle fasce. Ognuno di questi è di supporto per specifici disturbi alla schiena.
Puoi approfondire il discorso su questo sito: https://www.correttoreposturale.it.
Non è rigido come un vero e proprio busto ma aiuta nel raddrizzare spalle e schiena, costringendole alla postura corretta. Aiuta quindi a prevenire e ad alleviare i dolori alla schiena dovuti proprio al mantenimento di posizioni scorrette per lunghi tempi.
Ecco quindi che, oltre alle calzature di sicurezza, agli occhiali protettivi e ai guanti in cuoio, indossiamo anche il correttore posturale. È più di un mese che, mentre lavoro, indosso il correttore posturale e devo ammettere che si sta rivelando un’ottima soluzione. Infatti, dopo il turno di lavoro, non avverto più dolori ne alla schiena, ne alla parte posteriore delle gambe e sono molto più riposato.